Eduardo Lucio Contissa, il signore della luce

di Eugenio Giannone
Ha esposto preso i più prestigiosi musei e le migliori gallerie d’arte argentine e in quasi tutte le capitali dell’America meridionale, suscitando grande interesse da parte della critica e vincendo per due volte la Biennale di Disegno e Architettura (Buenos Aires, 1989 e 1993) e il Premio di Pittura su argomento biblico (Rosario, 1991): ci riferiamo a Eduardo Lucio Contessa (1958), pittore argentino di chiare origini italiane

Classificare per tendenze risulta sempre riduttivo e velleitario, perché inserire un artista in una corrente culturale anche d’avanguardia, può apparire limitativo, a meno che lo stesso artista non ne rivendichi l’appartenenza.
Il nome di Eduardo è stato accostato, via via, al realismo (ed egli sicuramente parte sempre da un dato concreto); all’iperrealismo, cioè a quel movimento pittorico che, sorto negli anni ’70 negli USA, “rifiuta ogni interpretazione della realtà per produrre una sua riproduzione meccanica, facendo uso di fotografie, calchi, persone vive” etc e che, esasperato, può sconfinare nel surrealismo per ricercare significati ulteriori della realtà e legarli profondamente all’io.
Potremmo, volendo, legarlo al raggismo russo, che si basava “sulla capacità strutturante della luce e sulla trasparenza dei colori, aggregati in forme geometriche (non dimentichiamo che Eduardo è un architetto – ndr) e luminescenti”.
E allora perché non definirlo un neoplastico, imparentarlo, cioè, a quel movimento olandese dei primi del ‘900 che adottò le pure forme della geometria per esprimere una concezione più razionale del mondo? D’altra parte, a quanto c’è dato di sapere, il neoplasticismo è un movimento che il pittore argentino conosce assai bene.
Ma l’essere, di volta in volta, definito post-concettualista, realista, iperrealista, neoplastico etc fa sì che si possa affermare che egli, seppure risenta di un po’ di tutti, non appartenga a nessuno in modo specifico; d’altronde ci dice di non avere avuto alcun maestro, ma di avere acquisito e sviluppato la sua tecnica con l’esperienza, seguendo la sua vocazione, il suo estro, la sua fantasia.
Da qui la sua originalità e la semplicità dei suoi quadri, che solo di primo acchito possono apparire complessi, complicati, caotici.
L’intrico si dipana nel momento in cui il visitatore si pone ad una certa distanza dall’opera esposta, perché essa si offre ad una doppia lettura.
Da vicino, con pigmenti indistinti, e da lontano, allorché la composizione diventa più nitida e acquista particolari che colpiscono il fruitore, che la percepisce come una fotografia.
Eduardo Contissa è maestro del computer e dell’aerografo; sa come dosare gli effetti ottici, con una tecnica di rappresentazione delle strutture geometriche che suscitano illusioni spaziali.
E’ veramente il signore della luce, la quale acquista una sua simbologia e ruoli diversi, a seconda di quello che l’Artista vuole trasmetterci, perché la luce serve a scavare in profondità e a mettere in evidenza oggetti o particolari.
Dal punto di vista critico-stilistico il colore e la luce assumono, quindi, un’importanza fondamentale.
Gli oggetti cui accennavamo, sono le cose di ogni giorno, le cianfrusaglie quotidiane, che non notiamo più per forza di abitudine e acquistano ora una loro dignità, lontani da ogni distorsione televisiva e massamediatica.
Tutto, quindi, è pervaso dalla luce, che il Pittore sa scomporre come pochi altri, e da una certa malinconia. Quei gusci vuoti, quei muri diruti, quel grido viscerale, quelle carcasse vuote, le strutture incomplete sono i segni di una crisi profonda: la crisi economica, morale e sociale che sta investendo l’Argentina e che Contissa, come tutti i poeti e gli artisti, di animo sensibilissimo, ha percepito in anticipo e oggi vive sulla sua pelle assieme a milioni di argentini, cui vanno tutta la nostra simpatia e solidarietà umana.

 

Eugenio Giannone 

 

Sito ufficiale dell’artista:   http://www.eduardocontissa.com.ar/index.html

 

Riconoscenze

Salones Internacionales

1989 – Premio Clarín Para dibujos de arquitectos y medalla de plata del C.A.Y.C.
en la bienal internacional de arquitectura de Buenos Aires BA/89.

1991-1992 – Salón Fraternitas sobre temas bíblicos– Rosario.

1993 – Concurso “Dibujo de Arquitectos” de la Bienal Internacional de Arquitectura de Buenos Aires.

2005 – Concurso “Il mito metropolitano”, Centro Cultural “Le Ciminieri”, Catania, ITALIA.

Salones Nacionales y Locales

1982 – Sociedad Mutual de Empleados Públicos (bodas de plata).
Sociedad Mutual de Empleados Públicos (bodas de plata del Monumento a la Bandera ).
XXIV Salón Anual Esc. Municipal de Artes Plásticas Manuel Musto

1983 – XXIV Salón Anual Esc. Municipal de Artes Plásticas Manuel Musto.

1984 – Premio Galería del Arte Ross.

1986 – Salón Nacional de Villa Constitución.

1987 – Salón Nacional Sociedad Hebraica Argentina (Buenos Aires).-
Salón de Artistas Rosarinos (Museo Municipal J. B. Castagnino).

1988 – Salón Nacional Municipal de San Lorenzo.
Seleccionado para premio de la Academia Nacional de Bellas Artes.
Salón Nacional Fraternitas sobres temas Bíblicos.
Salón Nacional Cerealistas de Artes Plásticas (X°) Buenos Aires.
Salón de Tres Arroyos (Buenos Aires).
Salón de Artistas Rosarinos (Museo Municipal J. B. Castagnigno).

1989 – Salón Nacional de Santa Fe.
Museo Rosa Galisteo Rodríguez.

1991 – Salón Nacional de Villa Constitución (dibujo).

1994 – Salón Amigos del Arte Rosario (dibujo).
Museo Municipal Juan B.Castagnino.
Salón Nacional de Villa Constitución (dibujo).
Salón de Artistas Rosarinos (pintura). Museo Municipal Juan B. Castagnino.

2000 – Salón Nacional de Villa Constitución (dibujo).