Novena natalizia a Cianciana I cristiani viviamo uno dei momenti centrali della nostra fede con la natività di Gesù. In tale occasione, lo stupore del Dio Bambino viene cantato nella novena di Natale, canto che si sviluppò nel Medio Evo a motivo della centralità della riflessione cristiana sulla incarnazione di Gesù, figlio di Dio, e […]Read More
Le novene sono preghiere tipiche della devozione popolare.
La novena di Natale si sviluppò nel Medio Evo a motivo della centralità della riflessione cristiana sulla incarnazione di Gesù, figlio di Dio.
Il vïaggiu dulurusu è la più antica novena natalizia siciliana
Scritta da Antonino Diliberto, prete monrealese, intorno al 1750, per assolvere ad una esigenza avvertita dalla Chiesa: quella di riversare nel linguaggio dialettale il messaggio evangelico che così diveniva popolare in quanto facilmente comprensibile.
Il veicolo utilizzato per la diffusione della novena, così come per tutti gli altri testi, furono gli orbi, ed orbu era Don Garbieli , l’organista della chiesa ciancianese, che cantava ed accompagnava musicalmente il vïaggiu.
La versione ciancianese si sviluppa, così come il testo originale, in nove giorni e ogni giorno comprende nove strofe.
Protagonisti del vïaggiu sono due viandanti, Giuseppe e Maria, ed in loro si può “cogliere l’immagine della Chiesa itinerante, nuovo popolo in cammino verso la terra promessa del riposo e della pace infinita in Dio. Il vïaggiu è un testo di speranza: pur nella semplicità delle sue espressioni esso lascia intravedere non solo come possibile ma già incipientemente realizzato l’evento della generazione eterna del Padre nel seno puro di Maria e quindi nel seno della nostra umanità e il dono dello spirito che trasfigura la realtà umana nella elevazione dell’estasi nel gaudio senza parole.”
La versione raccolta a Cianciana presenta nelle ultime tre strofe del nono giorno una certa rielaborazione, probabilmente operata dallo stesso Pecoraro e/o dal clero ciancianese (Padre Mamo?), per adattare il testo alla parlata ciancianese per cui scompare ciucciareddu, faudili e risbighia per far posto a sciccareddru, fasdali e risbìglia.
Nella presente pubblicazione, anche al fine di una completa informazione e di un necessario ed opportuno raffronto, accanto alla versione ciancianese trovasi stampato il testo monrealese che riproduce fedelmente l’originale dell’autore .
La traduzione italiana si riferisce alla versione raccolta in Cianciana.
Nella trascrizione ho dovuto ovviare ai fraintendimenti di parole, alle evidenti distorsioni fonetiche che la trasmissione orale e scritta ha prodotto nel tempo, riportando in parentesi quadra ogni intervento personale finalizzato ad una migliore comprensibilità della narrazione.
In nota sarà riportato il testo così come raccolto.
Le strofe raccolte in paese presentavano una successione che non dava il continuum della narrazione, per la loro sistemazione organica e cronologica ho fatto riferimento al testo originale.
francesco cannatella
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