ovvero 20 ricordanze in omaggio a Rosa Balistreri nel ventennale della sua morte a cura di Mario Grasso Venti contributi inediti – testimonianze, ricordi, creatività di rivisitazioni come racconti quasi sinossi per un romanzo della vita della donna, dell’Artista, dell’attivista con la chitarra; un libro “tutto per Rosa”, con appendice di 25 fotografie […]Read More
IL CANTO DI TRADIZIONE ORALE IN SICILIA
Le Origini
In principio era il melos… così potrebbe dirsi del canto popolare siciliano di tradizione orale, del canto spontaneo che si è congiunto, mescolato, con la poesia popolare nata in Sicilia e trasmessa oralmente. Il popolo ha creato e riconosciuto una melodia propria sulla quale adatta la poesia ereditata dai padri, la lingua parlata che sa fondersi docilmente con la forma ritmica della sua musica, una melodia che sicuramente la Sicilia ha prodotto, assorbendo nei secoli gli apporti di tutti i popoli che ne hanno calcato il suolo e facendone sue le espressioni artistiche estranee con le quali e’ venuta in contatto.
Come osserva il grande musicologo Alberto Favara, nell’isola si sono succedute tante civiltà dalle tipiche manifestazioni musicali; il popolo siciliano, ascoltò il nomos greco, il maqam arabo, l’inno bizantino, la canzone cortese dei Trovatori, fino all’opulenta polifonia cinque-secentesca, un insieme di stili da cui è difficile rintracciare l’inizio della musica popolare siciliana, ma da cui è possibile ipotizzare, come l’armonia del nostro canto popolare sia posta su fondamenta antiche.
Come nasce il canto
L’arte popolare è sempre in condizione di ricettività; se un canto creato dal singolo veniva apprezzato ed adottato, diventava nel tempo, oggetto di tradizione.
Il canto che nasceva da rustici poeti di paesi e villaggi sconosciuti, diventava il canto di tutti; il popolo premiava il loro merito col tramandare questa melodia, con l’impararla, col passarla di bocca in bocca da questo a quel paese, dalla montagna alla marina, dal campo al mercato.
Via via si andava ritoccando, prendeva il colore locale, si creavano le varianti.
In poco tempo si espandeva, veniva ripetuto in ogni dove, passava confini di paesi fino ad entrare a far parte del patrimonio comune, custodito, tramandato, ripetuto. Il commercio, le comunicazioni, i pellegrinaggi, le guerre, le grandi feste religiose, diffondevano i canti che venivano adottati, abbelliti, accolti, modificati, secondo le abitudini ed il carattere del popolo.
Spesso accadeva che alcuni canti superassero i confini dell’isola assumendo altre forme dialettali, divenendo canti toscani, lombardi, veneti.
Fonte: http://www.palermoweb.com/lamusicadelsole/lamusica/
Canti, linguaggi e tradizioni della nostra terra
Canti, linguaggi e tradizioni della nostra terra: si stanno perdendo? Alla Cripta della Cattedrale incontro culturale e applauditi momenti musicali in dialetto A cura dell’Associazione Stargeo di Montedoro, con il patrocinio del Comune di Caltanissetta e della Pro Loco, si è tenuto giovedì 4 gennaio, presso la Cripta della Cattedrale di Caltanissetta, un incontro culturale […]Read More
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