Libero pensiero di PIETRO ABELARDO (1079-1142)
Testo: “Dialogo tra un filosofo, un giudeo e un cristiano”
Abelardo sogna la pace. Dopo continue battaglie intellettuali nelle diverse scuole di Francia, maestro di “logica” ed “etica” alla scuola di Parigi, il monaco vive l’ultima della sua vita al monastero di Cluny.
Dopo la dura condanna subita al concilio di Sens, dove Bernardo di Clairvaux (Bernardo di Chiaravalle fondatore dell’abazia di Chiaravalle di Milano), lo sconfisse sulle tesi teologiche nel disegno di un nuovo Cristianesimo naturale e aperto.
A Cluny Abelardo scrive il dialogo come un sogno dettato dal desiderio, ma guidato dalla ragione.
Le influenze strutturali del testo sono Platoniche, con carico di metafore, comune peraltro ai maestri di Chartres. Solo alcuni decenni dopo la morte di Abelardo, si riscoprirà tutta l’opera Aristotelica attraverso un movimento siciliano e spagnolo, grazie agli studi di alte menti venuti dall’Islam.
Dunque, se il dialogo sembrerebbe dibattuto tra religione rivelata, Cristianesimo da essa derivante, e Filosofia, Abelardo nel XXII secolo compie un vero azzardo. Il filosofo confessa di essere circonciso e di appartenere alla dinastia di Ismaele.
Da ciò è facile supporre la contemporaneità con Averroe dato gli anni, che dai suoi studi nacque la ricerca Averroista nella nascente Universitas di Padova.
Così il dialogo che è un sogno, non si svolge unicamente tra un filosofo, un giudeo e un cristiano; ma anche con un islamico. Ma questo purtroppo costò a Pietro Abelardo la dura prova di Cluny.
francesco taormina