Ortografia e Fonologia

Ortografia e Fonologia

Come si scrive il Siciliano ? Come si legge ? Quali sono i suoi suoni ? Ce ne sono alcuni peculiari ? In questa sezione del sito si cercherà di dare una risposta a queste e altre questioni relative alla Ortografia e alla Fonologia del Siciliano.

Premessa: la falsa necessità della creazione di un Siciliano Standard

Il fatto che la Lingua Siciliana parlata presenti delle differenze da zona a zona, ha fatto sorgere, specie in ambienti disabituati alla lettura di testi siciliani classici, il falso problema della necessità di creare un Siciliano Standard, una specie di Lingua Siciliana Unificata. Il problema, al momento attuale, avrebbe una qualche ragione di porsi solo se non esistesse una letteratura siciliana, un Siciliano scritto, antico e moderno, sostanzialmente uniforme a prescindere dalla provenienza geografica degli autori. Ed il Siciliano scritto, a giudizio di tutti i linguisti, è sostanzialmente uniforme.

Nel caso, auspicabile, in cui il Siciliano dovesse un giorno essere insegnato come materia obbligatoria nelle scuole o nel caso in cui esso, addirittura, dovesse essere riconosciuto come lingua ufficiale dalle istituzioni, allora certamente avrebbe senso pianificare una sua standardizzazione più accentuata che, comunque, a nostro giudizio, dovrebbe avere come base e punto di partenza la lingua dei testi letterari in Lingua Siciliana.

Ma, ritornando alla situazione attuale, questa non corrispondenza tra la sostanziale uniformità del Siciliano scritto e le differenze areali del Siciliano parlato non deve sorprendere, essendo una caratteristica propria a quasi tutte le lingue, specie se di ampia diffusione territoriale. La stessa Lingua Italiana possiede le sue varianti regionali; l’Italiano Regionale arriva addirittura ad avere, in alcuni casi, fonetica, lessico, grammatica e sintassi proprie. Un esempio d’uso di Italiano Regionale di Sicilia è il seguente: “Sto entrando la macchina in garage”; in questa frase il verbo entrare è usato in una sua valenza transitiva che non esiste in Italiano Standard. Le parole dell’Italiano Regionale di Sicilia come carnezzeria, tovaglia (per asciugamani), immischiare (per contagiare), scarrozzo, etc. e i costrutti buttare sangue, buttare voci, etc. sono usati dai Siciliani correntemente quando parlano in Italiano, pur non facendo parte della Lingua Italiana ortodossa. Lo stesso avviene in tutte le altre regioni d’Italia. E lo stesso avviene in Inglese e in molte altre lingue del mondo. Ciò, oggigiorno, anche in campo linguistico, viene visto come una ricchezza, come qualcosa da non reprimere.

Pertanto, l’esistenza di una sostanziale uniformità nella produzione letteraria in Lingua Siciliana, ancora molto prolifica ai nostri giorni, fa ritenere, al momento attuale, un’operazione inutile quella della creazione di un Siciliano Standard. La Lingua Siciliana colta, ortodossa, degna pienamente del nome di Lingua, è quella scritta dal catanese Martoglio, dal palermitano Meli, dai poeti e dai narratori di ieri e di oggi. E, così come l’Italiano presenta nella forma parlata le sue varietà regionali, anche il Siciliano presenta le sue varie parlate locali, con le proprie particolari pronunce, i propri vocaboli, a volte le peculiari costruzioni sintattiche, ma, comunque, tutte pienamente intellegibili tra di esse.

Per concludere: una certa uniformità del Siciliano scritto esiste già e non si vede la necessità di imporre anche una uniformità del Siciliano parlato.

Detto ciò, qui ci occuperemo della ortografia e della fonetica della Lingua Siciliana; quando parliamo di Lingua Siciliana ci riferiamo, ovviamente, alla lingua scritta, letteraria, colta, e non a quella parlata; però, parlando di fonetica, evidentemente, ci riferiremo al Siciliano parlato e considereremo, quindi, anche le peculiarità e le differenze areali.

L’alfabeto

L’alfabeto della Lingua Siciliana è composto da 22 lettere:

A B C D E F G H I J L M N O P Q R S T U V Z

Anticamente è stata molto usata anche la lettera X per trascrivere graficamente il suono degli originari nessi latini FL (xuri, xumi etc.); oggi, purtroppo, è in disuso e sostituita da -ci- o, più raramente, da -sci- (ciuri, ciumi etc.).
L’uso della lettera K, in luogo del grafema -ch- e solo davanti alle vocali palatali e ed i, è attestata soprattutto nel siciliano del trecento.
La lettera Y è stata usata nel passato in luogo della J.

I suoni diversi dall’Italiano

Per facilità, si considererà come termine di paragone la fonologia della Lingua Italiana. Il Siciliano presenta alcuni suoni diversi dall’Italiano. La maggior parte di essi sono costituiti da pronunce cacuminali (ottenute, cioè, piegando all’indietro la lingua contro il palato) di alcune consonanti e gruppi consonantici. Tale peculiarità, che il Siciliano comparte con altri idiomi peninsulari, con il Sardo e con il Corso, pare sia dovuta ad una influenza del sostrato mediterraneo.

Queste le principali pronunzie cacuminali:

– il nesso dd, se esito del nesso latino LL : cavàddu – cavallo –

– la lettera r, se in inizio di parola: russu – rosso – (tale pronunzia è molto simile alla pronunzia dell’inglese “red” – rosso – )

– il nesso tr: tri – tre – (tale pronunzia è molto simile alla pronunzia dell’inglese “tree” – albero – )

– il nesso st: stujàri – pulire con una stuoia o simile – (tale pronunzia è molto simile alla pronunzia dello stesso nesso in lingua portoghese)

– il nesso str: strittu – stretto – (tale pronunzia è molto simile alla pronunzia dell’inglese “street” – strada – )

Inoltre:

– il nesso ci o sci (espresso graficamente, specie nel passato, anche con la sola lettera x), se esito del nesso latino FL : ciùmi – fiume – si pronunzia in una peculiare maniera (con piccole differenze da area a area) con suoni non esistenti in italiano.

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