Lo ricordo così: il fumo delle sigarette saliva lento, mischiandosi con quello del cono di luce che trasmetteva le immagini sullo schermo. I posti a sedere erano sempre esauriti, specie nelle fredde giornate invernali. La maschera con la torcia fendeva le file in cerca di qualche poltrona libera, ma il fatto che non ce ne fossero non era un deterrente sufficiente: la gente entrava ugualmente sostando numerosa lungo le pareti verdognole.
L’aria era satura di odori e per le narici saliva un misto acre di respiri e di vaniglia proveniente dal bar adiacente. Di tanto in tanto qualcuno sgranocchiava snack e allora si poteva sentire il fruscio delle carte delle confezioni e il lavorio delle mandibole in azione; sovente il silenzio veniva interrotto anche da qualcuno che, avendo già visto il film, ne anticipava le scene. Talvolta interveniva anche il pianto di un bambino, annoiato o spaventato dal buio della sala, a distogliere l’attenzione…. Per ogni caso vari “Shhhhhhhhhhhhhh” percorrevano tutta la sala.
Ad ogni scena di bacio seguivano facce compiaciute e in sintonia con la scelta del regista e un grande applauso interrompeva la suspance che aveva preceduto la scena.
Capitava anche che la pellicola si spezzasse. Dalle prime file i ragazzini si scatenavano con lunghi fischi, la luce esplodeva nel buio causando un leggero indolenzimento agli occhi, le bocche delle coppiette si staccavano per riprendere fiato e tutti davamo uno sguardo generale alla gente che gremiva la sala. Nelle settimana successiva c’era sicuramente di cosa chiacchierare.
Alla fine del film un ulteriore applauso sanciva la votazione positiva al film e le critiche all’uscita erano entusiaste…..ricordo poche volte sguardi di disapprovazione e delusione. Uscivamo con gli occhi pieni d’immagini, le labbra piene di commenti e suggerimenti per eventuali altri intrecci e la testa sognante.
Tutte queste emozioni ci avrebbe fatto compagnia prima di prendere sonno, proprio come nelle scene del film di Tornatore “Nuovo cinema paradiso”. Per quelli della mia generazione e di quella prima di me, il film di Tornatore è stato un bellissimo tuffo nel passato.
Ricordo: la preparazione al cinema iniziava la mattina quando, uscendo dalla chiesa, si poteva dare uno sguardo al tabellone in cui era affissa la locandina del film prima accanto al Bar Sant’ Antonio, al centro del corso principale, e poi davanti Palazzo Marino. Quasi sempre si trattava di due film, uno di epoca romana o un western e il secondo più attuale, commedie all’italiana dove gli attori erano interpretati dai cantanti dell’epoca, ( Little Toni, Mal, Gianni Morandi, Massimo Raineri, Caterina Caselli ecc.…..) e alla scena principale tutti, insieme al cantante, intonavamo la canzone, chi a voce alta, chi timidamente socchiudendo le labbra; poi, negli anni Ottanta, arrivarono i film con le prime scene di sesso (L. Antonelli, E. Fenech, ecc…), e con essi il primo divieto “ai minori di anni 14”, poco efficacie perché quasi sempre un adulto ne garantiva l’entrata.
E una volta dentro ci sentivamo più grandi, ma alla prima scena d’amore le nostre guance si colorano di rosso e tutta la nostra innocenza e l’imbarazzo ritornava. Eravamo ancora tanto bambini.
Il cinema Augustus, nella piazza matrice, nasceva da un vecchio magazzino per la conservazione di grano. ”Augustus ” da sempre, perché già dal 1933 proprio nella vicinanze di Palazzo Joppolo c’era il primo cinema muto comunale, ma la sua grande ascesa inizia nel Sessantotto, quando un’emigrante, il Sig. Saru Giannuni, nostalgico dell’aria natia, decide di ritornare al paese a investire…..
Il vecchio cinema viene ristrutturato e annesso alla sala apre anche un grande bar , e sopra, al primo piano, una grande sala per ricevimenti dove venivano celebrati banchetti per matrimoni, ma anche serate di gala e veglioni di fine anno.
In quegli anni non era l’unico cinema del paese. C’erano vicino la Chiesa Madre, il Mignon – un’altra piccola sala che fungeva a volte da piccolo teatro e dove Padre Ciaravella intratteneva noi ragazzi con la proiezione di vecchi film di comiche degli anni 20 e 30: Charlotte, Stanlio e Ollio – e l’Arena che in estate insieme allo spettacolo offriva quel giusto refrigerio.
Oltre a portare una ventata di grande progresso e novità oltreoceano , il Sig. Saru Giannuni, fa conoscere alla comunità una nuova realtà imprenditoriale a dimensione familiare, perché tutti i membri della sua famiglia avevano un compito specifico nella gestione del locale. I figli più piccoli, dopo avere affisso i grandi manifesti, con un altoparlante montato su una macchina annunciavano, per le vie del paese il film che sarebbe stato trasmesso la domenica; oltre al titolo e agli attori, la voce commentava anche il successo che la pellicola aveva incontrato nel resto del mondo. I figli più grandi gestivano, invece, il bar e la biglietteria. La moglie curava la pasticceria e la tavola calda. E il sig. Giannone, lo ricordo nel suo grembiule candido, sempre con un sorriso sulle labbra, accogliente e con qualche battuta italo-americana, dirigeva tutto come un maestro la sua orchestra.
All’inizio degli anni Ottanta, prima del declino causato dall’avvento delle tv private, il cinema Augustus agonizzante offre come ultima chance, la proiezione, soltanto la sera, di pellicole hard ma, come in una vecchia canzone di De Andrè, le donne del paese non furono molto contente e le poltrone cominciarono a rimanere vuote .
La grande sala, come una vecchia signora, provata dall’inarrestabile progresso, esalò l’ultimo respiro. Ma non si è cancellata dalla memoria dei ciancianesi: rimane il dolce ricordo dei momenti che vi si sono vissuti, dalle rappresentazioni teatrali “impegnate” agli spettacoli “leggeri” di canto, ballo e magia durante i quali i nostri paesani vissero i propri momenti di gloria. Rimane anche il ricordo che quella nuova forma di aggregazione permise a tanti di uscire dalle proprie case e di
intessere nuovi rapporti.
La polvere cominciò a coprire tutto, una patina giallastra si depose anche sui nostri ricordi, le tarme fecero lì la loro casa, la scritta al neon perse la sua luce. Tutta la piazza perse parte della sua entità
Ma dalle ceneri, come la Fenicie, i locali risorsero dando vita ad un supermercato, meno affascinante, meno magico, senza poesia ma, sicuramente più redditizio per i proprietari.
Il bar e la sala cinema sono diventati un grande emporio. La sala ricevimenti, al piano superiore, una casa di riposo.
E’ lì, proprio fra i due piani, nelle scale, tra terra e cielo, tra ricordo e realtà, dentro una vetrina, l’anima dell’Augustus, i resti della vecchia signora: la grande macchina, il grande proiettore tirato a lucido, come a sigillare per sempre quel posto magico, fabbrica di sogni, custode di una parte del nostro passato.