LU LAMENTU

 

Il dolore come sentimento è rappresentato nei canti della Settimana Santa; canti, lamintanzi, ladate, che accompagnano le processioni del Venerdì Santo, con rèpitu, chianti, triulu, lamentu.

In quasi tutti i paesi si festeggia la Settimana Santa, un insieme di celebrazioni rituali con processioni, alcune molto suggestive ed intense.

La musica di queste processioni è a carattere mesto e luttuoso, con le lamentanze, i lamenti, o parti di la Simana Santa, cioè canti più voci o monodici di tradizione orale, di grande importanza e varietà.

Questi lamenti per lo più vengono eseguiti il Venerdì Santo in forma polivocale, da parte di squadre di cantori speciali detti lamentatori, con un cantore solista, ed un accompagnamento vocale a più voci.

Lo Stabat Mater,  vene proposto in libere volgarizzazioni dal latino storpiato; a volte sono accompagnati dalle traccole. I testi sono a carattere narrativo, raccontano la Passione di Gesù, il dolore di Maria.

Alla Croce del Signore c’è la Madre nel dolore mentre il figlio muore. 
Incurante della gente nel suo intimo fremente ha una spada in cuore. 
La tristezza e l’afflizione non avranno paragone nel destino umano. 
Quel di Cristo è duro letto e chi muore è il più perfetto: tese a noi la mano. 
Chi osservando il grande dramma, di quel figlio e di tal mamma può restare inerte? 
Goccia sangue dalla testa Maria bagna la sua vesta da ferite aperte. 
Pensa al popolo ribelle che la sconta sulla pelle del suo Figlio mite. 
Lo ricorda bambinello sul presepio e sul tinello della lor dimora. 
Or s’accorge che il suo figlio, membra bianche come il giglio, è all’estrema ora. 
Madre cara dell’amore facci soci al tuo dolore, spezza il cuore duro, 
Facci ardere di fede scuoti il petto a chi non crede, crolli l’erto muro. 
Santa Madre ti preghiamo quelle piaghe le vogliamo per unirci a Voi. 
Il tuo figlio si ferito che s’è offerto, che ha patito sa che siamo suoi. 
Per il resto della vita l’alma nostra resti unita alla sua Passione. 
Madre, ascolta questa voce stringi tutti a quella croce: abbi compassione. 
Quella morte e quelle pene percorrendoci le vene son divino innesto. 
Per la santa redenzione una vera conversione giunga al cuore, presto. 
Dal pericolo supremo per te salvi un dì saremo se ci copre il manto. 
Il Risorto e il suo sorriso ci assicuri il paradiso nell’eterno canto. 
Amen.

LAMENTO CIANCIANESE  – Stabat Mater


1a strofa

        

 

 

2a  strofa

  

 

 

 

3a  strofa

  

 

 

 

4a strofa

  

 

 

 

5a  strofa

  

 

 

 

6a strofa

  

 

 

 

7a strofa

 

 

8a strofa

 

 

9a strofa

 

 

10a strofa

 

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