Auschwitz di Eugenio Giannone
Qui giace ricoperto dalle ortiche
Il senno della belva primitiva
Che artiglia la carne dei fratelli.
Qui nelle notti buie senza vento
Si odono le strida dei fanciulli
Che chiamano la mamma e hanno freddo.
Qui dorme una dolente umanità
Truffata abbandonata vilipesa
Schiantata nella propria dignità.
Ad Auschwitz non crescono più fiori
Ma solo crisantemi tutti neri
Colorati di rosso nello stelo.
Qui langue la pietà assassinata
Che si lamenta e grida ad alta voce:
Un’altra volta l’hanno crocifisso!
Qui nella notte s’alzano fantasmi.
Ma nella neve rossa per il sangue
Rivive la speranza ch’è scampata
Ai senza Cristo ed all’inciviltà.