Il primo riferimento scritto sull’emigrazione ciancianese si trova nel dramma “Gabrieli, lu carusu” di Alessio Di Giovanni, che, pubblicato nel 1908, narra avvenimenti succedutisi a decorrere dal 1893 e legati alla parentesi fasciante, che a Cianciana fu una vera e propria meteora, anche se i disagi di contadini e zolfatari erano identici a quelli degli altri centri dell’Isola.
Il rimando all’esodo è esplicito nel secondo e nel terzo atto dell’opera digiovannea (Cummari Filicia: “…so’ frati cci avìa mannatu deci liri di l’America”; fra’ Sarafinu: “Cu‘ avi figghi nni l’America … cu sta figgiulanza è sarvu…”), ma ciò che risulta singolare, meditando sulla notazione, è il fatto che già attorno agli anni ’80 del XIX secolo ci fossero ciancianesi emigrati, perché, proprio in quegli anni, in paese, si poteva parlare di “piena occupazione” al punto che, nella seconda metà del secolo la popolazione, grazie all’apertura delle miniere, passò dai 3815 abitanti del 1852 ai 7306 del 1901.
Il fenomeno non è inspiegabile se si considera la crisi dell’agricoltura di quegli anni, il bracciantato diffuso e perciò ricattabile, le speranze legate Fasci (1893-94) e agli scioperi (1904) frustrate, la crisi (che da lì a poco diventerà irreversibile) del settore estrattivo che imponeva sacrifici indicibili.
Fu proprio la consapevolezza del malessere, dell’eccessivo sfruttamento e la convinzione che altrove si potevano riscontrare condizioni di lavoro che consentissero un più decoroso tenore di vita e una maggiore dignità ad indurre molti ciancianesi, cittadini valplatanesi di recente acquisizione e con spirito di frontiera innato, a lasciare la propria terra e a masticare pane amaro, mentre in paese arrivava una nuova “orda”, ignara delle reali condizioni di vita e lavoro in miniera e attratta dal miraggio d’un lavoro sicuro e durevole in zolfara.
Fu così che i Ciancianesi, nuovi e vecchi, si sparpagliarono per i quattro punti cardinali della terra, dirigendosi negli USA, in Argentina, in Brasile e, in seguito, anche in Venezuela (’Mericazuela), nei paesi dell’attuale UE, in Australia, Canada, Sud-Africa, nella Padania, costituendo numerose piccole colonie, attraverso una specie di catena di Sant’Antonio (che non per nulla è il Patrono della Città) per cui il nuovo emigrante si recava là dove sapeva di poter contare, per i primi bisogni in terra straniera, su un parente, un amico, un conoscente, un compaesano già in loco.
Rosario, Rive de Gier, Hoddesdon, Cernobbio, Parma e Vicenza sono città dove sono cresciute le Cianciana non siciliane e non stupisca che il 13 giugno i Ciancianesi di Hoddesdon celebrino l’antico Patrono; ma Ciancianesi si trovano anche in Panama, in Guadalupa e in altri impensabili posti.
“Ovunque c’è amore c’è un …” recitava un vecchio spot televisivo; parafrasando, potremmo dire “ovunque ci sono uomini c’è un ciancianese”.
A descrivere le condizioni psicologiche della partenza, dei debiti contratti per il biglietto e del primo impatto in terra straniera con le sue difficoltà valgano i versi del Poeta (“Tu lascerai ogne cosa diletta / più caramente; … / Tu proverai sì come sa di sale / lo pane altrui, e com’è duro calle / lo scendere e ‘l salir per l’altrui scale”) e il distico d’una canzone napoletana (“Mo tengo qualche dollaro e me pare / che non so‘ stato mai tanto pezzente”), mentre sulle modalità di spostamento, estenuante e avventuroso, rimandiamo, oltre che alla notevole bibliografia esistente, al meritevole lavoro degli alunni della locale Scuola media e alla tesi di laurea del dott. Marcello Martorana, giacente presso la Biblioteca comunale.
Emigravano generalmente i soli uomini, per lo più giovani e single, contadini soprattutto, zolfatari, qualche artigiano, qualche nullafacente o tenente, con la speranza di far fortuna, mettere da parte un gruzzoletto col quale, una volta rientrati, comprare un pezzo di terra e lavorare in proprio o aprire una bottega artigiana e metter su famiglia. Emigrava, anzi scappava anche qualche ”prisijutu”, perché ricercato dalla legge. E a questo proposito è gradevole riportare un aneddoto secondo il quale un giovane, volendo emigrare in Argentina, aveva chiesto consigli ad uno zio in Sud America da qualche tempo, che gli rispose, più o meno, in questi termini: “Caro nipote, se sei prisiutu puoi venire ché non ci sono problemi, se cerchi lavoro allora è meglio che resti dove sei”. Molti ben presto dovettero accorgersi d’aver lasciato la “’Merica” in Italia, rimpiansero il passo fatto e restarono nella patria d’adozione. Altri, pochi in verità, fecero ritorno, ma i più si fecero raggiungere dalle famiglie che erano rimaste nel paesello.
Analizzando i dati a nostra disposizione sulla popolazione nei primi vent’anni del ‘900, un dato balza subito agli occhi.
Dal 1901 al 1921 la popolazione residente diminuisce di 396 unità.
E’ vero che durante questi vent’anni c’era stata la prima grande carneficina mondiale, come è vero che la spagnola aveva mietuto centinaia di vittime, ma l’incremento naturale della popolazione, con famiglie numerosissime, era notevole.
Al 1921 la popolazione avrebbe dovuto toccare quota 9.425, che è la cifra che emerge contro i 6.910 censiti. Infatti dal 1902 all’11 l’incremento naturale è di 1451 unità e nei dieci anni successivi di 668. Se sommiamo 1.451+668 ai 7.306 abitanti del 1901 dovremmo avere, appunto, un ammontare di 9.425. Mancano, quindi, rispetto al dato ufficiale, 2.515 persone.
Dal 1922 al 31 il tasso attivo è di 1.109 e nei cinque anni successivi di 610. Riprendendo il discorso precedente e assumendo a base il dato ufficiale del 1921 (6.910 abitanti) dovremmo avere: 6910+1109 = 8.019 abitanti contro gli ufficiali 7.376. Mancano all’appello 1.059 ciancianesi.
Il discorso, di decennio in decennio, potrebbe continuare fino ai nostri giorni. Ragionando, e per concludere su questo punto dolente, nel 1951 gli abitanti avrebbero dovuto toccare la cifra di 8.960, il che ci induce ad affermare che nella seconda metà del secolo XX Cianciana ha perso ulteriori 4700 abitanti.
Dov’erano finiti i Ciancianesi nella prima metà del ‘900? E’ ovvio: all’estero; qualcuno negli Stati Uniti (più tardi designati come “la ’Merica bbona”), i più in Argentina (dove alcuni vennero facilitati nell’inserimento dalla conoscenza della musica e dal saper suonare uno strumento). Negli anni a seguire nemmeno il Fascismo, con la sua politica restrittiva, riuscì a bloccare il flusso e molti concittadini continuarono a dirigersi, più che nelle colonie a godere del “posto al sole”, verso le potenze “plutocratiche”.
Negli anni Venti la rotta verso l’America, soprattutto meridionale, era sempre intasata e, tra gli altri, emigrarono Salvatore, Fortunato e Antonino Giannone, geometri, che raggiunsero il fratello Giuseppe, laureato in ingegneria al Politecnico di Torino, partito qualche anno prima. L’accenno a don Josè Giannone non è casuale ed egli può essere ritenuto l’emblema del ciancianese che all’estero è riuscito a sfondare. Assieme ad altri, l’ing. Giannone fondò la Facoltà di Scienze Economiche, Commerciali e Politiche dell’Università di Rosario, come ricorda una lapide dell’Ateneo rosarino (1950), che gli ha pure intitolato un’aula. E’ dedicata a Gaspare Giannone, figlio di Antonino, una piazza in un’altra cittadina platense.
Dall’Argentina si diresse verso la California una famiglia Ferraro e – molti lo ricorderanno – John Ferraro rivestì la prestigiosa carica di Presidente del Consiglio municipale di Los Angeles, cioè di una città di oltre dodici milioni di abitanti. Ci sfugge il nome d’un sindaco “ciancianese” di Santa Monica, sempre in California. Bernardino Barbera è medico di successo in Australia; chirurgo di chiara fama, a Rosario, è Onofrio Pensato. Angela Preganò Knight è apprezzato soprano statunitense. Leopoldo Cordova “trovò un Perù” proprio nella nazione sudamericana, Salvatore Carubia è Preside di uno dei Lycée più prestigiosi di Parigi (attualmente comandato a Roma), Alfonso Reina, australiano nostro, è avviato ad una splendida carriera nella diplomazia; molti Ciancianesi di Hoddesdon e dintorni sono milionari. Recentemente Miguel Angel Milano e Fernando Ciraolo, pur essi rosarini, sono stati insigniti, dal Presidente Ciampi, rispettivamente dei titoli di Cavaliere e Commendatore della Repubblica. Alcuni sono diventati “qualcuno” nel mondo del lavoro, della finanza e per virtù manageriali, altri famosi per opere d’ingegno (scrittura, scultura, altre arti).
A conclusione della II guerra mondiale (ricordiamo che il conflitto in Sicilia termina, in pratica, nel 1943), riprende il flusso migratorio verso l’Argentina, che sembra fare il paio con quello che aveva preceduto la Grande Guerra.
Ad emigrare verso il Rio de la Plata questa volta non sono i soliti sventurati ma molti artigiani e qualche contadino non povero, attratti dalla ricchezza del paese sudamericano, la cui moneta era più prezzata del dollaro. Non dà frutti l’occupazione delle terre.
In quegli stessi anni gli occupati in zolfara sono mediamente 300, divenuti 421 nel 1953, anno del famoso sciopero.
Nel 1947, a causa di una vertenza tra i gestori delle zolfare e i minatori, s’erano registrati ventuno giorni di sciopero, che non avevano sortito i benefici salariali sperati dai lavoratori (spuntarono un salario di 375 lire giornaliere), che cominciarono a dirigersi, anche clandestinamente, in Francia, nella zona del Gier e della Mosella dove trovarono occupazione in miniera, in fabbriche di vetro o nella metallurgia. Di più furono i contadini.
Tra il 1953 e il 1954, in un solo anno, gli occupati in miniera diminuiscono di 70 unità.
Negli anni ’60 il flusso migratorio interno ebbe come meta la Lombardia, con a capo la provincia di Como e i Ciancianesi si stanziarono, oltre che in quel capoluogo subalpino, a Cernobbio e Maslianico soprattutto; molti lavoravano in Svizzera come frontalieri.
Nello stesso periodo molti ex-zolfatari scelgono i bacini minerari di Francia, Germania e Belgio, nonostante i tristi ricordi legati alla tragedia di Marcinelle, mentre molti contadini poveri o braccianti si dirigono in Inghilterra, dove non era facile entrare.
Non indifferente l’emigrazione (anni 1968 e ’69) verso l’America anglosassone e l’Australia; dieci scelsero il Sud-Africa, dove oggi vivono una ventina di Ciancianesi.
Nel periodo preso in esame 768 concittadini si diressero ufficialmente all’estero (il paese che ne accolse di più fu la Gran Bretagna con 277 unità, seguita da Francia -144- e Belgio-126), mentre scelsero l’Italia continentale 1756 persone, gran parte delle quali mantenne la residenza originaria.
A guardare il decremento della popolazione (8177 abitanti nel 1958) risulta anche chiaro che esso è inversamente proporzionale al numero degli addetti alla produzione zolfifera.
Le rimesse degli emigrati si riverberano sull’economia cittadina: vengono sistemate le abitazioni, gli elettrodomestici entrano nelle case e le “vedove bianche”, d’accordo con i mariti, fanno studiare i figli, che, negli anni seguenti, da laureati o diplomati, abbandoneranno pur essi il paese.
Il dato di fine anni 60 è catastrofico.
Nel 1971 furono cancellate, in occasione del censimento, 1570 persone e la popolazione ufficiale scende dai 6672 dell’anno precedente a 5102 abitanti. Tali concittadini vengono trascritti all’AIRE, Anagrafe degli Italiani Residenti all’Estero, mantenendo tutti i diritti nell’ex-paese di residenza. Perché non erano stati “cancellati” prima, d’ufficio? I motivi sono tanti: da problemi pensionistici al mantenimento d’una casa popolare, da motivi elettorali a trascuratezza ad altro.
Gli unici periodi in cui si registra una stasi sono relativi agli anni 1973- 75 e ’87-88.
Dal 1990 al 2000 lasciano il paese 1434 individui; 917 preferiscono rimanere in Italia, scegliendo come mete prevalentemente Parma e Vicenza. Molti sono edili, tanti i diplomati e i laureati. La punta massima in questo periodo si registra nel ’94 con 327 partenze; ma è un dato ormai eccezionale, destinato a non ripetersi perché i vecchi non emigrano, non generano; s’intristiscono nell’attesa dell’estate, quando rivedranno per poche settimane figli e nipoti.
A questo punto e con questi numeri parlare ancora d’emigrazione, flusso, esodo, emorragia, mi sembra improprio. Utilizzerei, piuttosto, il termine “tragedia” o “dramma”, individuale e collettivo. E tale effettivamente è se si pensa alle generazioni perdute, alle energie più vitali andate via, alla disgregazione delle famiglie, allo sradicamento di chi parte, alle vedove bianche, ai figli orfani di genitori viventi, alle dignità calpestate, alle morti in solitudine, alle tombe “illacrimate”. Il fatto certo è che questo Paese lentamente ma inesorabilmente si svuota, muore. I dati si commentano e commiserano da soli.
CIANCIANESI
NATI e MORTI dal 1901 al 2000, registrati presso
l’Ufficio Anagrafe del Comune di Cianciana (AG)
ANNO |
Popola- zione |
NATI in loco |
Nati da emigr. |
Totale Nati |
Morti in loco |
Morti emigrati |
Totale Morti |
Saldo |
1901 |
7.306 |
402 |
6 |
408 |
161 |
5 |
166 |
241 |
1902 |
|
391 |
0 |
391 |
228 |
4 |
232 |
163 |
1903 |
|
389 |
0 |
389 |
255 |
7 |
262 |
134 |
1904 |
|
388 |
0 |
388 |
242 |
5 |
247 |
146 |
1905 |
|
398 |
0 |
398 |
186 |
6 |
194 |
212 |
1906 |
|
331 |
13 |
344 |
179 |
6 |
185 |
152 |
1907 |
|
358 |
5 |
363 |
185 |
4 |
189 |
173 |
1908 |
|
304 |
4 |
308 |
208 |
3 |
211 |
96 |
1909 |
|
297 |
6 |
303 |
177 |
4 |
181 |
120 |
1910 |
|
295 |
5 |
300 |
170 |
0 |
170 |
125 |
1011 |
7.638 |
337 |
7 |
344 |
204 |
4 |
208 |
133 |
1912 |
|
387 |
8 |
395 |
187 |
2 |
189 |
200 |
1913 |
|
343 |
0 |
343 |
188 |
2 |
190 |
155 |
1914 |
|
313 |
0 |
313 |
206 |
5 |
211 |
107 |
1915 |
|
299 |
5 |
304 |
186 |
3 |
189 |
113 |
1916 |
|
242 |
5 |
247 |
157 |
10 |
167 |
85 |
1917 |
|
193 |
8 |
201 |
207 |
3 |
210 |
-14 |
1918 |
|
191 |
6 |
197 |
386 |
3 |
389 |
-195 |
1919 |
|
204 |
5 |
209 |
145 |
11 |
156 |
59 |
1920 |
|
312 |
12 |
324 |
274 |
6 |
280 |
38 |
1921 |
6.910 |
288 |
4 |
292 |
150 |
16 |
166 |
138 |
1922 |
|
258 |
9 |
267 |
178 |
18 |
196 |
80 |
1923 |
|
273 |
7 |
280 |
140 |
7 |
147 |
133 |
1924 |
|
300 |
8 |
308 |
129 |
7 |
136 |
71 |
1925 |
|
263 |
6 |
270 |
136 |
10 |
146 |
127 |
1926 |
|
299 |
0 |
299 |
131 |
2 |
133 |
168 |
1927 |
|
259 |
2 |
261 |
140 |
5 |
145 |
119 |
1928 |
|
273 |
3 |
276 |
170 |
2 |
172 |
103 |
1929 |
|
227 |
4 |
231 |
131 |
5 |
136 |
96 |
1930 |
|
264 |
8 |
274 |
157 |
7 |
164 |
107 |
1931 |
6.960 |
252 |
3 |
255 |
147 |
1 |
148 |
105 |
1932 |
|
235 |
1 |
236 |
108 |
0 |
108 |
127 |
1933 |
|
256 |
13 |
269 |
125 |
6 |
131 |
131 |
1934 |
|
270 |
3 |
273 |
177 |
5 |
182 |
93 |
1935 |
|
267 |
0 |
267 |
128 |
6 |
134 |
139 |
1936 |
7.376 |
244 |
2 |
246 |
124 |
3 |
127 |
120 |
1937 |
|
232 |
1 |
233 |
122 |
14 |
136 |
110 |
1938 |
|
247 |
2 |
249 |
118 |
7 |
125 |
129 |
1939 |
|
245 |
1 |
246 |
123 |
1 |
124 |
122 |
1940 |
|
268 |
12 |
280 |
108 |
13 |
121 |
160 |
1941 |
|
212 |
5 |
217 |
135 |
17 |
152 |
77 |
1942 |
|
179 |
0 |
179 |
166 |
14 |
180 |
13 |
1943 |
|
240 |
1 |
241 |
133 |
16 |
149 |
107 |
1944 |
|
205 |
1 |
206 |
138 |
6 |
144 |
67 |
1945 |
|
182 |
3 |
185 |
128 |
5 |
133 |
54 |
1946 |
|
170 |
3 |
173 |
109 |
5 |
114 |
61 |
1947 |
|
231 |
3 |
234 |
105 |
1 |
106 |
126 |
1948 |
|
191 |
0 |
191 |
66 |
2 |
68 |
125 |
1949 |
|
183 |
5 |
188 |
54 |
13 |
67 |
129 |
1950 |
|
177 |
4 |
181 |
60 |
10 |
70 |
117 |
1951 |
7708 |
164 |
8 |
172 |
77 |
1 |
78 |
87 |
1952 |
|
163 |
16 |
179 |
61 |
13 |
74 |
102 |
1953 |
|
175 |
9 |
184 |
41 |
11 |
52 |
134 |
1954 |
|
207 |
3 |
210 |
64 |
2 |
66 |
143 |
1955 |
|
198 |
1 |
197 |
77 |
0 |
77 |
121 |
1956 |
|
180 |
5 |
185 |
70 |
4 |
74 |
110 |
1957 |
|
154 |
1 |
155 |
64 |
4 |
68 |
90 |
1958 |
8.148? |
146 |
7 |
153 |
65 |
11 |
76 |
81 |
1959 |
8.131? |
135 |
15 |
150 |
56 |
8 |
64 |
79 |
1960 |
8.119? |
107 |
28 |
135 |
64 |
8 |
72 |
43 |
1961 |
8.091? |
127 |
33 |
160 |
51 |
5 |
56 |
76 |
1962 |
8.118? |
113 |
58 |
171 |
56 |
9 |
65 |
57 |
1963 |
8.106? |
102 |
48 |
150 |
55 |
4 |
59 |
47 |
1964 |
7.838 |
119 |
81 |
200 |
50 |
6 |
56 |
69 |
1965 |
7.895 |
98 |
54 |
152 |
40 |
10 |
50 |
58 |
1966 |
7.860 |
83 |
39 |
112 |
59 |
5 |
64 |
24 |
1967 |
7.807 |
91 |
82 |
173 |
42 |
11 |
53 |
49 |
1968 |
7.395 |
83 |
58 |
141 |
44 |
5 |
49 |
39 |
1969 |
6.292 |
76 |
68 |
142 |
57 |
16 |
73 |
19 |
1970 |
6.672 |
69 |
76 |
145 |
59 |
16 |
75 |
10 |
1971 |
5.102 |
80 |
71 |
151 |
66 |
14 |
80 |
14 |
1972 |
5.149 |
54 |
66 |
120 |
49 |
10 |
59 |
5 |
1973 |
5.132 |
44 |
21 |
65 |
63 |
1 |
64 |
-19 |
1974 |
5.138 |
60 |
56 |
116 |
51 |
20 |
71 |
9 |
1975 |
5.178 |
68 |
86 |
154 |
69 |
15 |
84 |
-1 |
1976 |
5.261 |
61 |
81 |
142 |
47 |
14 |
61 |
14 |
1977 |
5.268 |
42 |
35 |
77 |
56 |
10 |
66 |
-14 |
1978 |
5.302 |
49 |
66 |
115 |
61 |
21 |
82 |
12 |
1979 |
5.271 |
48 |
56 |
104 |
63 |
19 |
82 |
-15 |
1980 |
5.148 |
51 |
49 |
100 |
69 |
19 |
88 |
-18 |
1981 |
5.145 |
53 |
98 |
151 |
58 |
11 |
69 |
-5 |
1982 |
5.230 |
42 |
128 |
170 |
57 |
12 |
69 |
-15 |
1983 |
5.216 |
43 |
119 |
162 |
71 |
37 |
108 |
-28 |
1984 |
5.194 |
35 |
101 |
136 |
66 |
22 |
88 |
-31 |
1985 |
5.195 |
57 |
99 |
156 |
63 |
16 |
79 |
-6 |
1986 |
5.101 |
51 |
120 |
171 |
55 |
23 |
78 |
-4 |
1987 |
5.137 |
42 |
109 |
151 |
58 |
22 |
80 |
-16 |
1988 |
5.147 |
52 |
73 |
125 |
62 |
17 |
79 |
-10 |
1989 |
5.055 |
43 |
109 |
152 |
57 |
33 |
90 |
-14 |
1990 |
5.067 |
59 |
103 |
162 |
60 |
23 |
83 |
-1 |
1991 |
5.091 |
42 |
85 |
127 |
45 |
26 |
71 |
-3 |
1992 |
5.097 |
54 |
65 |
119 |
65 |
36 |
101 |
-11 |
1993 |
5.042 |
32 |
42 |
74 |
64 |
21 |
85 |
-32 |
1994 |
4.751 |
37 |
53 |
90 |
63 |
20 |
83 |
-26 |
1995 |
4.687 |
37 |
70 |
107 |
71 |
24 |
95 |
-34 |
1996 |
4.580 |
34 |
51 |
85 |
40 |
31 |
71 |
-6 |
1997 |
4.502 |
30 |
61 |
91 |
59 |
24 |
83 |
-29 |
1998 |
4.422 |
35 |
63 |
98 |
59 |
42 |
101 |
-24 |
1999 |
4.334 |
32 |
68 |
100 |
50 |
51 |
101 |
-18 |
2000 |
4.214 |
28 |
63 |
91 |
44 |
45 |
89 |
-16 |
E. Giannone
Avvertenze – Note e Considerazioni
· E’ possibile, nei dati, qualche errore di calcolo, ma la percentuale dovrebbe essere irrisoria.
· Il saldo, incremento naturale, attivo o passivo della popolazione, è riferito ai nati e ai morti in paese.
· Abbiamo considerato come morti in loco parecchi anziani deceduti nei paesi dove risiedevano i figli, presso i quali hanno trascorso gli ultimi tempi di vita. Lo stesso discorso vale per i morti in ospedali zonali e fuori per motivi di cura.
· Alcuni dei decessi dei primi anni del ‘900 sono avvenuti in Tunisia, dove evidentemente, negli anni precedenti, erano emigrati parecchi ciancianesi.
· Gli anni 1915-18 sono quelli della Grande Guerra; 1940-45 quelli della II guerra mondiale. Nel mezzo, la guerra d’Africa.
· Per i caduti in guerra cfr. la ricerca, ancora inedita, del compianto Gaetano Pulizzi. Comunque, nel 1917 sono registrati presso l’Anagrafe comunale 35 caduti, 9 nell’anno successivo. Non sempre le comunicazioni del Ministero della Guerra sono state tempestive, per cui altri caduti sono stati registrati negli anni successivi.
· Gli anni 1917-20 sono quelli della pandemia della spagnola, che imperversò in tutto il mondo. Pare che i morti per spagnola siano stati in tutto 377.
· L’anno orribile è il 1918 con 389 decessi, seguito dal 1920 con 283.
· I nati e i morti all’estero o in altre parti d’Italia sono stati registrati allorché l’Anagrafe ha ricevuto comunicazione da Consolati o Ambasciate o dalle altre municipalità. Ciò comporta che la trascrizione, come quella per i caduti in guerra, possa essere avvenuta anche a mesi o anni di distanza.
· Venivano registrati assieme ai nati all’estero i trovatelli e i riconosciuti.
· Il 1901 è l’anno in cui nascono più bambini a Cianciana.
· Nel 1978, per la prima volta, nessun bambino viene partorito in territorio comunale, preferendo le donne andare in ospedale nei paesi vicini.
· L’anno meno fecondo è il 1973 allorché vedono la luce solo 65 ciancianesi nel mondo. L’anno in cui, invece, nascono meno locali è l’ultimo del secolo XX, con 28 unità.
· Nel 1969, per la prima volta, nascono più ciancianesi fuori che in paese; il fenomeno diventerà costante dalla metà degli anni ’70. E’ di segno opposto il discorso sui decessi.
· Fino al 1972 il tasso della popolazione è sempre attivo per cui essa dovrebbe aumentare; in realtà diminuisce più del suo incremento naturale.
· Dal 1973, con la sola eccezione dell’anno successivo, il saldo sarà sempre negativo, con la punta massima registrata nel 1995 (-34).
· Non è facile indicare il numero annuale preciso degli emigrati, perché chi parte difficilmente lo comunica all’Anagrafe del comune di residenza; soprattutto se la meta è l’Italia continentale o un paese dell’UE.
· Circa i dati relativi alla popolazione residente negli anni 1951 (ab. 8.083), 1958 (ab. 8.145), 1959 (ab. 8.131), 1960 (ab. 8.119), 1961 (ab. 8.091), 1962 (ab. 8.118) e 1963 (ab. 8.106) ho qualche perplessità, perché personalmente mi risulta che mai la popolazione del Paese ha superato ufficialmente gli 8.000 abitanti.
· Quanti potremmo essere oggi? Difficile quantificare. Molti emigrati hanno rinunciato alla cittadinanza italiana optando per quella della nuova patria; i loro figli, nella maggior parte dei casi, sono diventati americani, argentini canadesi, belgi e cos’ via. Se poi si considera che presso le generazioni che ci hanno preceduto le famiglie erano assai numerose, dovremmo fare una serie di moltiplicazioni che, forse porterebbero il numero dei Ciancianesi (e/o loro discendenti) a 40/45.000. Ma è un’ipotesi che lascia il tempo che trova perché non verificabile scientificamente.
TAB. A
POPOLAZIONE
Anno | Popolaz. | Variaz.+/- | Saldo +/- |
1951 |
7708 |
– |
– |
1958 |
8146 |
65 |
81 |
1959 |
8131 |
-17 |
79 |
1960 |
8119 |
-16 |
43 |
1961 |
7740 |
-28 |
76 |
1962 |
8118 |
27 |
57 |
1963 |
8106 |
-12 |
47 |
1964 |
7838 |
– 268 |
69 |
1965 |
7895 |
57 |
58 |
1966 |
7860 |
-35 |
24 |
1967 |
7807 |
-53 |
49 |
1968 |
7395 |
-412 |
39 |
1969 |
6992 |
-403 |
19 |
1970 |
6672 |
-320 |
10 |
1971 |
5102 |
-1570 |
14 |
1972 |
5149 |
47 |
5 |
1973 |
5132 |
-17 |
-19 |
1974 |
5138 |
6 |
9 |
1975 |
5178 |
40 |
-1 |
1976 |
5261 |
83 |
14 |
1977 |
5268 |
7 |
-14 |
1978 |
5302 |
34 |
12 |
1979 |
5271 |
-31 |
-15 |
1980 |
5148 |
-123 |
-18 |
1981 |
5145 |
-3 |
-5 |
1982 |
5230 |
85 |
-15 |
1983 |
5216 |
-14 |
-28 |
1984 |
5194 |
-22 |
-31 |
1985 |
5195 |
1 |
-6 |
1986 |
5101 |
-94 |
-4 |
1987 |
5137 |
36 |
-16 |
1988 |
5147 |
10 |
-10 |
1989 |
5055 |
-92 |
-14 |
1990 |
5067 |
12 |
-1 |
1991 |
5091 |
24 |
-3 |
1992 |
5097 |
6 |
-11 |
1993 |
5042 |
-55 |
-32 |
1994 |
4751 |
-291 |
-26 |
1995 |
4687 |
-64 |
-34 |
1996 |
4580 |
-107 |
-6 |
1997 |
4502 |
-78 |
-29 |
1998 |
4422 |
-80 |
-24 |
1999 |
4334 |
-88 |
-18 |
2000 |
4214 |
-120 |
-16 |
Dall’ Anagrafe
TAB. B
EMIGRATI 1958-1970
ANNO |
POPOLAZIONE |
EMIGRAZIONE INTERNA |
ESTERO |
1958 |
8177 |
124 |
= |
1959 |
8160 |
174 |
= |
1960 |
8148 |
158 |
= |
1961 |
8102 |
8 |
= |
1962 |
8129 |
179 |
4 |
1963 |
8115 |
206 |
6 |
1964 |
7838 |
177 |
5 |
1965 |
7895 |
110 |
25 |
1966 |
7860 |
139 |
20 |
1967 |
7760 |
182 |
45 |
1968 |
7630 |
23 |
199 |
1969 |
6992 |
142 |
292 |
1970 |
6872 |
134 |
103 |
M. Martorana
TAB. C
EMIGRATI ALL’ESTERO 1962-1971
CANCELLATI DALL’UFFICIO ANAGRAFE
ANNO/ PAESE |
USA |
CAN |
AUSL |
ARG |
SUD AFR |
FRA | BEL | GER | GB | CH | VENEZ |
TOT |
1962 |
1 |
|
|
1 |
|
|
|
|
1 |
1 |
|
4 |
1963 |
|
|
4 |
|
|
1 |
1 |
|
|
|
|
6 |
1964 |
|
|
5 |
|
|
|
|
|
|
|
|
5 |
1965 |
|
|
9 |
|
|
7 |
3 |
1 |
4 |
|
1 |
25 |
1966 |
|
|
1 |
|
|
9 |
2 |
|
8 |
|
|
20 |
1967 |
|
2 |
3 |
|
|
7 |
14 |
2 |
17 |
|
|
45 |
1968 |
22 |
54 |
14 |
2 |
3 |
18 |
7 |
3 |
76 |
|
|
199 |
1969 |
6 |
28 |
17 |
4 |
4 |
75 |
68 |
17 |
73 |
|
|
292 |
1970 |
|
|
|
|
3 |
13 |
23 |
2 |
61 |
|
1 |
103 |
1971 |
|
|
|
|
|
14 |
8 |
9 |
37 |
|
2 |
70 |
TOT |
29 |
84 |
53 |
7 |
10 |
144 |
126 |
34 |
277 |
1 |
4 |
768 |
M. Martorana
TAB. D
EMIGRATI 1990-2000
ANNO |
POPOLAZ. |
EMIGRAZ. INTERNA |
ESTERO |
1990 |
5067 |
81 |
1 |
1991 |
5087 |
129 |
– |
1992 |
5119 |
70 |
28 |
1993 |
5042 |
75 |
25 |
1994 |
4755 |
72 |
255 |
1995 |
4687 |
67 |
36 |
1996 |
4580 |
91 |
63 |
1997 |
4502 |
71 |
24 |
1998 |
4422 |
92 |
26 |
1999 |
4334 |
71 |
25 |
2000 |
4214 |
98 |
34 |
M. Martorana
TAB. E. Occupati in miniera
Dal 1900 al 1960
Anno |
Operai |
Anno |
Operai |
|
n. |
|
n. |
1900 |
1.143 |
1931 |
316 |
1901 |
1.069 |
1932 |
309 |
1902 |
1.322 |
1933 |
375 |
1903 |
1.120 |
1934 |
351 |
1904 |
1.070 |
1935 |
336 |
1905 |
1.116 |
1936 |
377 |
1906 |
965 |
1937 |
404 |
1907 |
945 |
1938 |
418 |
1908 |
914 |
1939 |
415 |
1909 |
742 |
1940 |
493 |
1910 |
807 |
1941 |
432 |
1911 |
738 |
1942 |
402 |
1912 |
658 |
1943 |
309 |
1913 |
589 |
1944 |
168 |
1914 |
594 |
1945 |
274 |
1915 |
572 |
1946 |
317 |
1916 |
367 |
1947 |
279 |
1917 |
296 |
1948 |
296 |
1918 |
350 |
1949 |
354 |
1919 |
527 |
1950 |
354 |
1920 |
605 |
1951 |
388 |
1921 |
622 |
1952 |
424 |
1922 |
487 |
1953 |
421 |
1923 |
453 |
1954 |
398 |
1924 |
375 |
1955 |
380 |
1925 |
315 |
1956 |
350 |
1926 |
297 |
1957 |
329 |
1927 |
315 |
1958 |
310 |
1928 |
294 |
1959 |
265 |
1929 |
324 |
1960 |
270 |
1930 |
329 |
– |
– |
A. Riggio
IMMIGRAZIONE
L’immigrazione nella nostra città è un fatto recente per nulla, ovviamente, paragonabile all’esodo inverso. D’altra parte, se i ciancianesi non trovano occupazione nel luogo in cui sono nati, è impensabile che possano farlo i poveri sventurati scappati dalle loro lande del nord Africa. Essi perciò si acconciano ai lavori più umili, alle mansioni che i locali rifiutano perché “umilianti” o mal remunerate. Le donne fanno generalmente le badanti, gli uomini i lavori più svariati, occupandosi in agricoltura, nell’edilizia, nell’artigianato, facendo i mercatali.
I figli sono perfettamente inseriti e ben accetti dalla popolazione ciancianese. Alcuni seguono le orme dei genitori, qualcuno è già all’università e tutti parlano bene il dialetto.
Nel periodo preso in esame (1984-2000) gli extracomunitari provengono da Tunisia (20) e Marocco (16); sei ragazzi sono nati da noi.
Per i comunitari s’è trattato d’una scelta dettata non da motivi di lavoro ma affettiva o di qualità della vita. Nell’attimo in cui scriviamo, gli immigrati che vivono a Cianciana sono più del doppio, ma il loro numero e i motivi della loro scelta non rientrano in questo studio.
TAB. F
Paese Anno |
Tunisia |
Belgio |
Gran Bretag. |
Marocco |
Francia |
Germania |
Grecia |
Totale |
1984 |
1 |
1 |
||||||
1985 |
|
0 |
||||||
1986 |
|
0 |
||||||
1987 |
2 |
1 |
1 |
4 |
||||
1988 |
5 |
|
4 |
9 |
||||
1989 |
|
|
3 |
2 |
5 |
|||
1990 |
3 |
|
2 |
5 |
||||
1991 |
1 |
|
2 |
1 |
4 |
|||
1992 |
4 |
|
1 |
5 |
||||
1993 |
|
|
1 |
1 |
2 |
|||
1994 |
1 |
|
|
1 |
||||
1995 |
|
|
2 |
2 |
||||
1996 |
2 |
|
1 |
3 |
||||
1997 |
|
|
0 |
|||||
1998 |
|
1 |
1 |
|||||
1999 |
|
0 |
||||||
2000 |
1 |
1 |
||||||
TOTALE |
20 |
1 |
2 |
16 |
1 |
2 |
1 |
43 |